Questo tipo di coppia può andare incontro a problemi nelle fasi di svincolo dei figli: l’adolescenza dei figli impone ai genitori un confronto con i propri vissuti e risonanze emotive legate allo stesso periodo del ciclo di vita, che però saranno scarsamente accessibili visto lo stile distanziante dei genitori.In conseguenza di questo le suggestioni vitali e le tempeste emotive dei figli adolescenti verranno vissute come minacciose e provocheranno un irrigidimento difensivo e iperprotettivo sulle posizioni normative acquisite, accentuando il divario generazionale. In realtà i compiti che la coppia deve affrontare in questo periodo sono simili a quelli dei figli in fase di svincolo: la sessualità e la vita sociale sono infatti, sia per gli uni che per gli altri, le aree da esplorare e riscoprire; la coppia deve riscoprire sé stessa in termini di coppia coniugale.
La scarsa consapevolezza della componente di intimità e di sostegno reciproco nei membri della coppia rende difficile utilizzare le risorse emotive per affrontare la crisi.Una modalità che permette nella prima infanzia di stabilizzare il meccanismo dell’evitamento rispetto all’insicurezza è un aumento della tensione interiore con ripercussioni neurovegetative e l’aumento dell’attività : in questo modo la percezione del disagio viene sistematicamente deviata lungo le innervazioni somatiche; questo tipo di risposta automatica si consolida nel tempo e viene generalizzata a tutte le situazioni in cui è necessario affrontare lo stress di una separazione.
L’allontanamento dei figli da casa è in grado di ricreare la stessa atmosfera emotiva di insicurezza già sperimentata nell’ambiente familiare di origine, alla quale l’individuo ha reagito assestandosi sulla posizione emotiva del genitore: il ruolo genitoriale, che si è consolidato trovando il suo complemento nella presenza dei figli, viene ora messo in discussione facendo oscillare pericolosamente l’intera posizione esistenziale dei membri della coppia.
L’angoscia viene anche in questo caso fatta scorrere lungo i canali somatici, inizialmente con un disagio generalizzato, irrequietezza e irritabilità , successivamente con una sintomatologia più precisa, alla quale l’individuo reagisce cercando di intensificare l’attività come forma di controllo per le sensazioni ingestibili.
La personalità evitante può andare incontro in questo periodo a una “sindrome da dispersione dell’identità ”, che è appunto una condizione di crisi nella quale non è più possibile utilizzare i propri riferimenti vitali usati fino a quel momento e che sono stati ormai messi in discussione dagli eventi evolutivi.
A volte le risorse emotive vengono investite nella costituzione di uno stato conflittuale nella relazione tra i genitori; questo può essere salutare perché permette di evitare il rischio di una regressione collettiva o dell’accentuazione del disagio in uno dei membri della famiglia, che esprime in questi casi la funzione di segnalatore dell’impasse evolutivo generale.