Si confonde spesso il concetto di autostima con l’egocentrismo o il sentirsi forti e imbattibili di fronte ad ogni cosa ma la stima di sé, l’amore verso se stessi, è proprio ben altra cosa dall’ostentare una sicurezza che non si sente come propria. Persino quando si guarda agli altri e si fa un bilancio delle proprie capacità la tendenza è quella di guardare a ciò che gli altri hanno e noi no, piuttosto che fare leva proprio sulle capacità personali oltre che sulle proprie caratteristiche peculiari, qualunque esse siano. Questo aspetto fondamentale del nostro carattere nasce soprattutto dal confronto che si fa tra sé e il mondo ed è incentivata dai messaggi ricevuti durante tutta la vita, specialmente quelli dell’infanzia e da parte di figure significative come i genitori. L’incoraggiamento ad essere se stessi è quello che favorisce l’autostima, mentre compiacenza e arroganza sono dei falsi miti che portano ad un’insoddisfazione personale che mal si adatta ad un benessere personale. Ma spesso il confronto con gli altri, di chi ha poca autostima, è un gioco al ribasso, una lotteria dove nella migliore delle ipotesi è difficile uscire vittoriosi perché degli altri si notano più facilmente gli aspetti che proprio loro vogliono far trapelare, e dunque possibilmente quelli dove hanno maggiore sicurezza.
Autostima è principalmente credere in se stessi, accogliersi nelle proprie risorse e nelle proprie limitazioni con la benevolenza di mettersi comunque in gioco. Si tratta di diventare capaci di esprimere le proprie emozioni in modo libero e naturale non secondo quello che si deve ma secondo quello che si vuole essere, tutto questo chiaramente nella piena considerazione del rispetto proprio e altrui. L’accoglienza di se stessi è un circolo virtuoso che porta a credere maggiormente in se stessi e genera apprezzamento anche da parte degli altri. Per questo l’autostima è una sfida così importante sia a livello personale che per gli educatori, poiché il terreno più fertile per lo sviluppo di una sana capacità di apprezzarsi è proprio il periodo dell’infanzia e della crescita, quello in cui gli incoraggiamenti quanto le critiche hanno un peso maggiore.
Ecco, le critiche, le critiche sono quelle che chi ha la tendenza a svalutarsi usa in modo da poter sempre giustificare la superiorità altrui. Impariamo a fare critica costruttiva agli altri ma anche e soprattutto anche a noi stessi, se un aspetto del nostro carattere non ci soddisfa non lamentiamocene facendocene una colpa e un dramma ma lavoriamo affinché possiamo migliorare l’aspetto che non ci piace o proviamo a comprendere quali vantaggi può invece arrecarci.